HEROIDES-LETTERE DI EROINE - TEST
- Titolo: HEROIDES-LETTERE DI EROINE - TEST
- Codice EAN 13: 9788818039436
- Autore: Ovidio Nasone Publio
- Editore: Rusconi editore
- Collana: Classici greci e latini
- N° Pagine: 448
- Dimensioni (cm): 13,30 x 19,70
- Rilegatura: Brossura con alette
- Argomento: Narrativa italiana
- Cedola: 04/2024
ContenutoDall’ideologia e dalla forma dell’elegia romana nascono le Epistulae
Heroidum di Ovidio, quindici lettere con le quali il poeta degli Amores
e dell’Ars amatoria rinnova la poesia erotica in distici. Quindici eroine
dell’epica, della tragedia, dell’epillio acquistano voce autonoma, scrivendo a mariti e amanti, lontani a causa di guerre o altri ostacoli, ma più spesso perché traditori dell’amore giurato. Abbandonate, tradite, recluse, vittime di una società patriarcale, nei panni di puellae elegiache riscrivono con i loro monologhi epistolari i miti più cupi dell’epos e della tragedia, manovrate dal poeta-demiurgo che gioca con la prescienza del suo pubblico: l’“ironia tragica†fa appello alla competenza mitografica di chi legge e conosce già l’esito delle storie, a differenza delle ignare eroine. La capacità di introspezione di Ovidio nell’animo femminile trova qui alcune delle sue migliori
realizzazioni; e il poeta, per evitare il rischio della monotonia, dopo
le quindici epistole singole compone tre lettere doppie, facendo dialogare la voce maschile e quella femminile di una coppia famosa. Una scenografia suggestiva circonda eroine ed eroi del mito con spiagge deserte, mari in tempesta, ginecei opprimenti, palazzi sontuosi: se la forma dell’opera darà lo spunto al romanzo epistolare dal ‘700 in poi, le protagoniste con i loro appassionati monologhi offriranno ispirazione anche al teatro in musica.
Ovidio, nato nel 43 a.C. a Sulmona, studia a Roma grammatica e poi
retorica alla scuola di Arellio Fusco e Porcio Latrone, ma ha modo di
approfondire la conoscenza della lingua e della letteratura greca ad Atene. Abbandonata l’idea di intraprendere la carriera politica, si inserisce nella cerchia culturale di Messalla, che lo incoraggia a pubblicare i primi versi. Opere come gli Amores, l’Ars amatoria, i Remedia amoris e le Heroides, lo collocano nel canone dei poeti elegiaci. Ha all’incirca quarant’anni quando decide di dedicarsi alla poesia esametrica, con quella che è considerata la sua opera più rinomata, le Metamorfosi. Nello stesso periodo compone anche i Fasti. Nell’8 d.C. due crimina, ancora oggi di dubbia natura, gli causano la relegatio in insulam a Tomi, sul Mar Nero (l’attuale Romania). Al periodo dell’esilio risalgono le due raccolte dei Tristia e delle Epistulae ex Ponto. Muore esule forse nella prima metà del 18 d.C., confortato dalla poesia e consapevole
fino all’ultimo del suo ruolo di poeta.
Heroidum di Ovidio, quindici lettere con le quali il poeta degli Amores
e dell’Ars amatoria rinnova la poesia erotica in distici. Quindici eroine
dell’epica, della tragedia, dell’epillio acquistano voce autonoma, scrivendo a mariti e amanti, lontani a causa di guerre o altri ostacoli, ma più spesso perché traditori dell’amore giurato. Abbandonate, tradite, recluse, vittime di una società patriarcale, nei panni di puellae elegiache riscrivono con i loro monologhi epistolari i miti più cupi dell’epos e della tragedia, manovrate dal poeta-demiurgo che gioca con la prescienza del suo pubblico: l’“ironia tragica†fa appello alla competenza mitografica di chi legge e conosce già l’esito delle storie, a differenza delle ignare eroine. La capacità di introspezione di Ovidio nell’animo femminile trova qui alcune delle sue migliori
realizzazioni; e il poeta, per evitare il rischio della monotonia, dopo
le quindici epistole singole compone tre lettere doppie, facendo dialogare la voce maschile e quella femminile di una coppia famosa. Una scenografia suggestiva circonda eroine ed eroi del mito con spiagge deserte, mari in tempesta, ginecei opprimenti, palazzi sontuosi: se la forma dell’opera darà lo spunto al romanzo epistolare dal ‘700 in poi, le protagoniste con i loro appassionati monologhi offriranno ispirazione anche al teatro in musica.
Ovidio, nato nel 43 a.C. a Sulmona, studia a Roma grammatica e poi
retorica alla scuola di Arellio Fusco e Porcio Latrone, ma ha modo di
approfondire la conoscenza della lingua e della letteratura greca ad Atene. Abbandonata l’idea di intraprendere la carriera politica, si inserisce nella cerchia culturale di Messalla, che lo incoraggia a pubblicare i primi versi. Opere come gli Amores, l’Ars amatoria, i Remedia amoris e le Heroides, lo collocano nel canone dei poeti elegiaci. Ha all’incirca quarant’anni quando decide di dedicarsi alla poesia esametrica, con quella che è considerata la sua opera più rinomata, le Metamorfosi. Nello stesso periodo compone anche i Fasti. Nell’8 d.C. due crimina, ancora oggi di dubbia natura, gli causano la relegatio in insulam a Tomi, sul Mar Nero (l’attuale Romania). Al periodo dell’esilio risalgono le due raccolte dei Tristia e delle Epistulae ex Ponto. Muore esule forse nella prima metà del 18 d.C., confortato dalla poesia e consapevole
fino all’ultimo del suo ruolo di poeta.






















